Il trattamento senza consenso dei gravi disturbi dell'alimentazione. Evento ECM - ASL Lecce
L’ottava edizione di PE(N)SA DIFFERENTE che si tiene a Lecce (Italy) il 11/12/13 GIUGNO 2015, ospita quest’anno l’EVENTO SCIENTIFICO ECM organizzato dalla ASL LE (DSM, Centro per la Cura e la Ricerca sui DCA) dal titolo
QUESTIONI ETICHE, CLINICHE E MEDICO-LEGALI
NEL TRATTAMENTO DELL’ANORESSIA NERVOSA
E DI ALTRI GRAVI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
al quale l'Onorevole Sara Moretto presenta la proposta di modifica della legge sul TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) per i gravi disturbi dell’alimentazione in cui bisogna intervenire con la rialimentazione (per iscrizioni: disturbi.alimentari@ausl.le.it).
Il convegno riveste particolare importanza se si pensa che i disturbi dell’alimentazione sono gravi patologie psichiatriche che insorgono in età adolescenziale e che sono caratterizzate da un andamento cronico con ricadute frequenti.
Il rischio di mortalità se comparato a quello di altre malattie mentali risulta essere nettamente superiore, stimato tra il 10 e il 20%. Il suicidio rappresenta una delle cause di morte tra le più comuni interessando circa il 20% dei casi a esito fatale.
Il rifiuto del trattamento, il dropout, la cronicizzazione sono molto comuni. Il basso peso, la durata di malattia, la presenza di comorbidità psichiatriche, insieme con i ripetuti fallimenti terapeutici, rendono la prognosi peggiore. Spesso, inoltre, coesiste una scarsa consapevolezza di malattia e dei danni per la salute fisica che questa può produrre. Pertanto, in alcuni casi di anoressia nervosa severa o di altri gravi disturbi dell’alimentazione è necessario fare ricorso a trattamenti senza consenso per impedire eventi fatali legati alla denutrizione o a comportamenti autolesionistici.
Coloro che non sono dei tecnici potrebbero non sapere che il trattamento sanitario obbligatorio (TSO) è già previsto dalla Legge 833 del 1978 (art. 34) per gravi patologie psichiatriche in cui si riscontrino: la presenza di “alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici”, l’impossibilità di “adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extraospedaliere” e la negazione del consenso da parte del paziente. Il trattamento sanitario obbligatorio (TSO) pertanto può già essere considerato per i soggetti con DCA così come per i soggetti affetti da altri disturbi psichiatrici (Elzakkers et al, 2014).
Nell’anoressia grave, il motivo dell'urgenza è rappresentato spesso da una grave compromissione delle condizioni fisiche a causa del digiuno prolungato, per le quali è richiesta la rialimentazione come unica possibilità per salvare la vita di questi soggetti. Anche se apparentemente si potrebbe pensare che non vi siano alterazioni psichiche tali da richiedere un trattamento urgente, è tuttavia vero che le alterazioni psichiche impediscono al paziente una valutazione adeguata del proprio stato di salute e del conseguente rischio per la vita (Santonastaso, 2009).
In passato la discussione intorno all’uso o meno del TSO nei soggetti con DCA di grado severo e a rischio per la vita, si basava su considerazioni etiche, filosofiche e legali.
Si sottolineava l’importanza di rispettare la ‘libertà dell’individuo’ e la capacità del soggetto di operare delle scelte sulla base delle informazioni disponibili.
Tuttavia, già nel 1984 Fost dichiarava che l’anoressia nervosa non è un ‘libera scelta’ ma un grave malattia. E studi recenti hanno dimostrato l'efficacia dei trattamenti senza consenso (Ward et al, 2014).
Tan et al (2009) hanno intervistato i pazienti per valutare come fosse percepito da loro stessi: la maggior parte di essi pensava che fosse giusto imporre il trattamento se questo poteva salvare la vita; nessuno di essi pensava che fosse giusto consentire a una persona con anoressia nervosa di morire pur di rispettare il suo desiderio di rifiutare il trattamento.
La discussione rimane aperta ed è per questo che il convegno intende aprire una riflessione nel merito di quelli che sono gli aspetti non solo etici e medico-legali ma soprattutto della questione, ma in particolar modo analizzare gli aspetti clinici che sono quelli fondamentali.
Caterina Renna
(Responsabile del Centro per la Cura e la Ricerca sui DCA – DSM, ASL Lecce • Direttore scientifico di Pe(n)sa differente)
Caterina Renna
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