Illustrazione di Chiara Spinelli
Lungo spiagge lontane di mari segreti cammina la donna, fulva amante che trascina dietro se la fola screziostriata delle costellazioni.
Il viso sembra più pallido, gli occhi si guardano attorno, persi e non piangono più ormai.
La folta chioma di riccioli bruni le scende fin sui fianchi. La bocca è appena schiusa, il respiro affannoso è ineguale. Le palpebre pesanti sembrano segnate, segnate di nero intenso inchiostro. Stanca di camminare, stanca di sognare inutilmente. Consegnata all'angoscia e all'asfissia di un amore avvelenato.
Lo stesso amore che l'aveva fatta stare bene un tempo ora la distruggeva fisicamente e moralmente. Ogni giorno per lei era inquieto in modo nuovo, nella casa deserta.
Voleva imparare a vivere con semplicità, con serenità e vagare lungamente di sera per stancare un'inutile angoscia, a non sforzarsi invano di essere allegra. La sua anima lacerata in brandelli giaceva arrugginita nel debole corpo. Camminando, sola così urlava al sole "Scroccone! Tu poltrisci tra le nuvole mentre io d'inverno e di estate mi distruggo l'anima". Continuava triste "Terra! Sorella mia! Tu ed io siamo in due; lacerate di ferite, braccate come daini, nell'impennato nitrito di cavalli sellati alla morte! Cielo! Scendi su di me e almeno tu abbi pietà!" Ma nulla accadeva e la donna rimaneva lì, sulla spiaggia fino alla sera, in ginocchio a fissare il cielo e le mille stelle supplicando anch'esse di aiutarla.
Era tutto così insopportabile.
Ma arrivò il giorno in cui disse BASTA! "Basta tutta la tristezza, la malinconia dei giorni buii! Basta! Basta piangere, basta frottole, basta rimurginare il passato, quel passato che la faceva stare male, che la faceva piangere ed urlare. Basta''. Decise che d'allora in poi sarebbe stata una persona diversa. Avrebbe sorriso alle stelle e non avrebbe più odiato la Terra né il Sole anzi li avrebbe lodati in tutto il loro splendore.
Era diventata una donna diversa. Una donna nuova. Una donna felice.
AG