Illustrazione di Annalisa Macagnino
Succede che mi sento stanca di essere umana e vorrei solo un riposo di pietre o di lana. Vorrei non vedere, non sentire, non toccare e non udire più. Vorrei lanciare un grido, fino a morire stare nella culla del freddo. Non voglio continuare ad essere radice nelle tenebre, vacillante, tremante di sonno in questo giorno che arde come il petrolio e mi vede giungere con il mio volto di carcere.
Sono una ruota ferita, una freccia mai scagliata, muovo passi a sangue caldo verso la luce, intanto piango lacrime sporche, lente, ferme tra le labbra e la voce.
Ah!, nutrirmi di fiori, assaporare la dolcezza di quest’altra Primavera.
No, non voglio più essere seme intirizzito e morente di pena. Le mie gambe sono stanche di attraversare strade spaventose come fenditure che vengono giù.
Indurisco i miei piccoli fianchi, alzo il mio volto dalle mille perfide mani che in quel passato tenebroso mi spinsero con forza, gettandomi nell’oblio. Mi avvicinavo inconsapevole a tutti i suoi aghi, lei fingeva la sua carezza in realtà mi soffocava ero presa, stesa, tesa, incriccata nei lacci della morte. Mi scossi e vacillai, tremavano le fondamenta, apparve il fondo ed io lo vidi bene.
Mi porto addosso i ricordi e i rimorsi di quella stronza criminale che silenziosamente ha cercato di uccidermi. Anche adesso, che è Primavera, ed è tempo di vendetta non sono innocente , consapevole, sì, ma ancora fragile...
Forse rubavo insieme a lei energia alla vita, ogni ombra, ogni respiro e quegli occhi fissi su di me sembravano un ripudio, una pena da scontare.
Vi sono specchi che avrebbero dovuto piangere di vergogna e di spavento, per il ribrezzo ed il tormento che mi era stato causato.
Oggi, i fiori son tornati sulle vigne ed io ne raccoglierò i frutti. Nei giorni di luce perfetta mi vestirò di petali, mi disseterò delle dolci acque dei fiumi e adornerò i miei capelli di spighe e le mie labbra e le mie gote arrossiranno con la soave luce del sole. Come una vecchia lacrima sepolta, che torna ad essere seme mentre affogano fiori nella mia bocca.
Rinasco, come un cielo visto in sogno, come una canzone composta nel mese di Maggio, come tempesta d'allegria nella terra promessa trovo quiete...
EL